Anch'io
ho allattato il mio bambino |
Date:
Wed, 18 Sep 2002
From: "Stefano Lucia Chiara"
To: <info@conosciamocimeglio.it>
Ho
deciso di scrivervi incoraggiata dagli articoli
sull'allattamento al seno e soprattutto dalla lettera
di Simona, la mamma di Alessia di un anno.
Il mio bambino si chiama Christian ed ha nove mesi.
Christian è nato con parto cesareo e quindi siamo rimasti in ospedale
quasi una settimana, anche perchè aveva l'ittero e quindi abbiamo
dovuto attendere che i valori rientrassero nella norma.
Il parto è andato bene e nonostante mi dicevano che fosse abbastanza
doloroso, io mi ripresi subito,e già dal primo giorno quando mi
portarono il bimbo volli provare ad attaccarlo al seno, e grazie all'aiuto
davvero amorevole di un infermiera del reparto ostetricia (non del nido!!),
anche il piccolo poco per volta iniziò a prenderci gusto.
L'unico problema era che tendeva a saltare almeno una poppata in quanto
dormiva molto; le infermiere dicevano a
causa dell'ittero.
Comunque io non smisi mai di provarci: ogni volta che me lo portavano
cercavo di svegliarlo, lo attaccavo e lui già il terzo giorno prendeva
30/40 grammi di latte a poppata.
Naturalmente io ero ancora all'oscuro del fatto che fosse
Down.
Mio marito invece che era stato messo subito al corrente, il secondo giorno
iniziò col dirmi che avevano riscontrato un piccolo problemino
al cuore, ma che sicuramente si sarebbe sistemato. (Infatti dopo quindici
giorni, rifatta l'ecografia, fortunatamente era tutto a posto).
La notizia naturalmente mi sconvolse, ma nonostante tutto
mi feci forza e continuai ad allattarlo, informandomi ad ogni poppata
quanti grammi ne prendeva.
Il giorno tanto atteso dell'uscita dall'ospedale, (tra l'altro Vigilia
di Natale!) ecco la seconda notizia: mio marito mi disse: Christian sta
bene , ha tutte le misure a posto, peso, lunghezza, ecc,. però....hanno
un sospetto.....
Io mi resi subito conto di ciò che doveva dirmi, non so perchè,
forse me lo sentivo, so solo che lui non riusciva a
pronunciare quella parola : Down.
Solo chi ha provato questa esperienza penso può capire
ciò che provai in quel momento,
Tra le lacrime pensai, anzi pensammo che in quel momento la cosa più
importante era amare quel piccolo bambino che avevamo tanto desiderato,
e che io dovevo continuare ad allattarlo, per farlo diventare forte, per
farlo
crescere, e non potevo permettermi di farmi calare il latte.
E così è stato. (Ancora oggi prende il mio latte, 1/2 volte
al giorno:) Quel giorno portammo a casa il nostro bambino, i medici che
avevano ritenuto opportuno che fosse il padre a dare la notizia alla madre
, con la lettera di dimissioni ci indicarono una serie di esami da fare
compresa la mappa cromosomica , senza darci alcuna altra spiegazione sul
problema.
Dopo due mesi dalla nascita, con il risultato della mappa cromosomica
avemmo la certezza che Christian era un
bambino Down.In quei due mesi di dubbio, ci documentammo sulla sindrome
per scoprire qualcosa in più su un argomento che fino ad allora
era per noi tabù,
anche perchè non ne sapevamo niente..Avuta la certezza il nostro
pediatra di fiducia ci spiegò meglio cosa significava essere Down, ciò che bisognava fare, i vari esami,
ecc. ci spiegò l'ipotonia che questi bambini hanno e nonostante
questo mi incoraggiò sempre sull'allattamento al seno , ed io seguitai
normalmente anche perchè Christian tutto sembrava meno che fosse
debole nel succhiare il latte.
Non ho mai fatto una giunta e oggi che ha nove mesi ancora non sa cosa
significa succhiare dal biberon.
Spero di non essere stata noiosa, ma ho voluto raccontare la mia esperienza
perchè possa essere anche di aiuto ad altre mamme, così
come la storia di Simona mi ha spronato a contattarVi. (Mi piacerebbe
parlare con lei se avesse piacere, visto che i nostri bimbi sono più
o meno coetanei).
Faccio i più vivi complimenti a tutti Voi, siete veramente di
aiuto, io sono nove mesi che Vi seguo e fa veramente bene confrontare
le varie esperienze.
Gli altri, i "normali" , che a volte ci guardano con compassione,
non sanno e non capiranno mai ciò che significa avere un tesoro
Down in casa e quanta luce e amore possa trasmetterci.
Nemmeno io lo avrei mai immaginato, mia figlia più grande (12 anni)
ci diceva all'inizio: Non rattristatevi, non ci è mica capitata
una disgrazia, è una gioia avere un bambino Down, è proprio
così , è una grande gioia, un dono che non tutti possono
avere.
Un abbraccio a tutti.
Lucia
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