Meraviglia della natura
Io sono un caso raro, lo so, e leggete quindi queste mie riflessioni come
si legge un trattato di etologia sulle tartarughe bicefale rosse dell'Australia.
Di solito la preoccupazione più grande per i genitori di figli "speciali" è di
non far pesare su quelli normodotati le maggiori attenzioni che essi dedicano
ai fratelli con esigenze particolari.
Per me è il contrario. Pur rendendomi conto delle maggiori esigenze
della mia bambina con sdd, la mia preoccupazione è di non fare avvertire
ad entrambe che io, per dirla spicciola, se dovessi scegliere con chi trascorrere
un pomeriggio, sceglierei quella "normodotata". Non credo che si
tratti di una questione di maggiore amore o affetto, difficilmente misurabile
poiché le adoro letteralmente tutte e due, ma proprio di "disposizione
d'animo".
Cerco di spiegarmi con un paragone. Per me le mie figlie sono due fiumi.
Una è il Rio delle Amazzoni. Di fronte a lei rimani incantato dalla
potenza delle acque e
dall'ineluttabilità delle forze della natura. Ti lascia senza
parole, ti sembra di essere inutile e impotente rispetto all'avanzare
delle acque. La natura fa tutto da sola, e tu non puoi fare altro che guardare
meravigliato. Quali alternative ti rimangono, oltre all'estasi, di fronte
alle cascate del Niagara?
L'altra è un rio di montagna, quei fiumiciattoli che si formano
vicino alle sorgenti, che avanzano a stento e trovano un ostacolo dietro l'altro.
Un masso, e si devono dividere, una cunetta, e devono curvare. Quando sembra
che vada meglio, trovano un tratto pianeggiante, e allora assumono un andamento
tortuoso, che sembra non debbano mai più trovare la discesa. Quando
la trovano, è troppo ripida, e perdono tanta acqua e tanta potenza in
un laghetto. Ripartono, poi, ma hanno ancora meno spinta, e allora ti verrebbe
voglia di darci dentro con delle secchiate d'acqua, per fargli riprendere
vigore. Sai che non avranno grande effetto, ma il desiderio di vedere superata
la fase di stallo è troppo forte, e così butti energie fisiche
e vitali in attività pressoché inutili.
Guardare questi fiumiciattoli ad alcuni trasmette serenità. Non rischi
di essere travolto dalle acque, di rimanere spiazzato. Sono in un certo senso
più prevedibili, e in questo credo che risieda la buona predisposizione
d'animo di molte persone nei confronti della categoria generalista "bambini
Down".
A me, devo confessarlo, questo avanzare a fatica trasmette spesso un po' di
tristezza, anche un po' di ansia nei tratti più difficili.
Certo, sarebbe bello poter dire che si tratta di due paesaggi diversi, che è affascinante
vedere le cascate del Niagara, ma è bello anche fare una passeggiata
in montagna, bagnare i piedi nelle acque frizzatine di un rio e conquistarsi
faticosamente la vetta. Ma è retorica troppo facile. Le lacrime da "Benvenuti
in Olanda" sono benedette quando si è neogenitori, ma in seguito
ci si rende conto che le cose non stanno proprio esattamente così... che
non si tratta di due paesaggi diversi, perché nei fatti devono vivere
nella stessa realtà, che è plasmata sull'Italia, e l'Olanda
nessuno "se la fila". Vallo a chiedere alle agenzie di viaggi!
Insomma, per arrivare al sodo, spesso mi sento davvero in colpa per questa
mia diversa disposizione d'animo nei confronti delle mie due figlie,
ma poi mi auto-scuso dicendomi che è naturale. Che come è naturale
avere un più marcato istinto di protezione per il figlio "più debole" (e
con il ragionamento riesco a tenerlo a bada ed evitare il disastro educativo
di aiutarla in tutto), così è naturale assumere un atteggiamento
estatico nei confronti di chi fa tutto a meraviglia e senza fatica alcuna (e
anche qui è importante evitare per lo meno la faccia da ebete per non
pro-creare dei semidei, o invasati vari).
Del resto, la stessa Lucrezia si ferma ad ascoltare estasiata (e divertita)
la sorellina che canta alla perfezione le canzoncine che anche lei conosce
benissimo, ma che non le escono dalla bocca se non a tratti e praticamente
irriconoscibili.
Se si permette di farlo lei, mi fornisce quantomeno un ottimo alibi!
Cristina
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