Questa relazione riguarda i controlli di salute effettuati
presso l'ambulatorio per il bambino con sindrome Down nel Dipartimento
di Medicina della Procreazione e dell'Età evolutiva dell'Università di
Pisa, Clinica Pediatrica 1°, è estratta da:
S. Bargagna, F. Massei (a cura di)
Un
progetto integrato per la sindrome di Down (2a ed. aggiornata,
2003)
Aspetti clinici, riabilitativi e psicosociali
Scarica la scheda di presentazione del libro
Francesco Massei, Laura Gori
Dipartimento di Medicina della Procreazione
e dell'Età evolutiva
dell'Università di Pisa, Clinica Pediatrica 1°
Introduzione
La prima descrizione della sindrome di Down (SD) risale al 1866, ad
opera del dr. John Langdon Down (1). Nel 1959 il dr. Jerome Lejeeune
ne caratterizzò gli aspetti genetici identificando l'alterazione
cromosomica che ne è alla base (trisomia 21) (2).
L'incidenza della SD è compresa tra 1:700 e 1:2000 nati, rappresentando
la causa più frequente di ritardo mentale (3).
Negli ultimi anni
sono stati compiuti molti progressi nel trattamento dei soggetti Down.
L'aumento della prevalenza della SD nella popolazione è infatti
legato all'aumento della sopravvivenza dei soggetti che ne sono affetti
e ciò in conseguenza del miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie,
dell'uso degli antibiotici, dei progressi della chirurgia (cardiochirurgia
in particolare), che hanno consentito una aspettativa di vita attuale
per le persone Down di 55 anni, decisamente più elevata rispetto
a quella dei decenni passati (9 anni nel 1929, 12 anni nel 1947) (3).
Il follow-up di questi pazienti è quindi sempre più importante
per la dimensione sociale e per le obiettive possibilità di migliorarne
le condizioni e le aspettative di vita.
Il bambino Down presenta numerose problematiche somatiche e psicomotorie
che devono essere precocemente individuate ed adeguatamente trattate.
Assistenza medica, ambiente domestico, educazione ed addestramento professionale
secondo le attitudini professionali del soggetto, possono influenzare
significativamente il livello di capacità funzionale dei bambini
e degli adolescenti con SD e facilitarne la transizione all'età adulta.
(4,5).
Nell'ambito del "Comitato Down" , costituitosi ufficialmente
nel marzo 1993, la Clinica Pediatrica di Pisa e le altre Cliniche Universitarie
dell'Ospedale S. Chiara, hanno messo a disposizione l'opera di più specialisti
al fine di garantire una assistenza medica qualificata e multidisciplinare
ai bambini con SD, nonché di promuovere la ricerca in questo settore.
La Clinica Pediatrica coordina l'opera assistenziale, occupandosi principalmente
dell'aspetto somatico, con compiti diagnostici, preventivi, terapeutici
e di follow-up. Di seguito vengono delineate alcune problematiche somatiche che possiamo
ritrovare nei pazienti con SD.
Problematiche immunologiche
L'anomalo sviluppo del sistema immunitario nella SD spiega l'elevata
suscettibilità alle infezioni respiratorie (alte e basse vie),
alle malattie autoimmuni, all'aumentato rischio di neoplasie, anche se,
ad oggi, non è stato ancora dimostrato uno specifico difetto immunitario.
D'altra parte le alterazioni immunologiche della SD sono spesso ad espressione
clinica "moderata", tali perciò da non giustificare un uso eccessivo
degli antibiotici (6,7). Per quanto riguarda l'immunità umorale (tab.1)
dobbiamo ricordare che mentre nei primi anni di vita non si osservano
sostanziali differenze rispetto ai bambini non Down, dopo il sesto anno,
vi sarebbe una tendenza all'aumento dei livelli sierici di immunoglobuline,
in particolare delle IgA e delle IgG, con riduzione delle IgM e delle
sottoclassi IgG2 e IgG4, quest'ultime responsabili di una maggiore suscettibilità alle
infezioni di natura batterica (8,9).
Tab.1
Immunità umorale nella SD |
- B linfociti normali per numero (diminuiti nei soggetti adulti)
- Aumentati livelli di IgG ed IgA (oltre 6 anni)
- Ridotti livelli di IgM, IgG2, IgG4, IgE
- Risposta anticorpale normale nei confronti di agenti infettivi virali e batterici
- Normale sieroconversione dopo vaccinazione anti-HBV
|
La risposta anticorpale nei confronti di alcuni virus responsabili di
infezioni del tratto respiratorio (adenovirus, influenza A e B, parainfluenza
1, 2 e 3, mycoplasma pneumoniae e virus respiratorio sinciziale) non
sembra però differire da quella dei soggetti normali. In ultima
analisi non esistono anomalie significative sul numero e sulla funzione
dei linfociti B, anche se esistono discrepanze nelle varie casistiche
(9).
I livelli di IgE ridotti rispetto alla popolazione generale, potrebbero
giustificare la bassa incidenza di malattie atopiche nella SD.
Il sistema del complemento è per lo più normale
e le eventuali anomalie sono comunque di modesta entità. Per quanto riguarda le funzioni dei linfociti T , sono
state descritte numerose alterazioni qualitative e quantitative (tab.2)
(10), che possono rappresentare la causa della aumentata frequenza di
patologie autoimmuni (tiroiditi, diabete mellito, alopecia, malattia
celiaca, stomatiti ricorrenti) e di neoplasie (leucemie) nella SD.
Tab. 2
Principali alterazioni dell'immunità cellulare
nella SD |
- Linfopenia
- Rapporto CD4/CD8 < 1 per diminuzione dei T-helper
- Ridotta risposta linfociti T ai mitogeni
- Ridotta produzione INF nella fase iniziale delle
infezioni virali
- deficit produzione interleukine 2,4 dopo stimolo
infettivo
- minore espressione catene a e b per il recettore
dell'antigene dei LT
|
Il timo nei soggetti con SD è di dimensioni
minori rispetto ai controlli, mostrando anomalie morfo-strutturali (deplezione
cellule-T con riduzione dell'area corticale timica, aumento del numero
e delle dimensioni dei corpuscoli di Hassal) e funzionali (bassi livelli
di ormone timico, contrazione delle zone T-dipendenti nei linfonodi e
nella milza) (11).
Anomalie funzionali sono descritte anche a carico della chemiotassi
e della fagocitosi , correlabili ai ridotti
livelli di zinchemia, agli elevati livelli di enzima superossido-desmutasi
ed al difetto di mieloperossidasi, responsabili di una alterazione
del metabolismo ossidativo dei granulociti neutrofili (12).
La suscettibilità alle infezioni batteriche, soprattutto cutanee,
si manifesta in età adolescenziale, con infezioni a carico dei
follicoli piliferi e foruncolosi, che sono da imputare a fattori locali
(secchezza della cute, igiene) ma anche alle alterazioni immunitarie
cellulari.
Per tutti questi motivi, l'immunizzazione attiva con i vaccini ,
assume particolare importanza nel bambino con SD: sono da incoraggiare
le vaccinazioni anti-pertosse, anti-pneumococcica ed anti-Haemophilus
influenzae tipo b, anti-morbillo-rosolia-parotite, anti-influenzale,
mentre le altre vaccinazioni "obbligatorie" (anti-polio, anti-tetanica,
anti-difterica, anti-epatite B), dovranno seguire il normale calendario
vaccinale (3).
Sarà infine importante che il bambino Down venga allattato al
seno, a meno che non intervengano controindicazioni: l'assunzione di
latte materno infatti, oltre che a favorire il rapporto di attaccamento
madre-bambino, causa, un miglioramento delle difese anticorpali del bambino
stesso tramite il passaggio di immunoglobuline (3).
Problematiche inerenti l'apparato digerente
Le problematiche inerenti l'apparato digerente sono frequenti (12%)
(9,11,13): oltre le gravi malformazioni congenite di immediato riconoscimento,
che rappresentano vere urgenze chirurgiche (stenosi ed atresie duodenali,
pancreas anulare, fistole tracheo-esofagee, gastroschisi, anomalie dell'albero
biliare, onfalocele, ano imperforato, megacolon aganglionare, ernie diaframmatiche),
dobbiamo menzionare il reflusso gastro-esofageo, che può manifestarsi
sia con segni gastro-intestinali (rigurgito e vomito), sia con sintomi
respiratori (tosse, stridore, wheezing e polmoniti) e la stipsi, sintomo
frequente nel bambino Down (per ipotonia muscolare e per ridotta peristalsi
intestinale) che può essere espressione di un megacolon aganglionare
(malattia di Hirshsprung) se di precoce comparsa o di un ipotiroidismo
se ad esordio tardivo.
Il problema della malattia celiaca
Un problema importante è quello relativo alla malattia celiaca
(MC), che nella SD mostra una elevata incidenza (dal 7 al 16%), probabilmente
in rapporto alla facilità con la quale questi pazienti vanno incontro
a patologie autoimmuni (9).
In un recente studio multicentrico italiano su 1.202 pazienti Down (15),
la celiachia era riscontrata in 55 soggetti (4,6%); la diagnosi era posta
dopo 3 anni e 8 mesi dall'inizio dei sintomi, che erano quelli "classici" (diarrea,
vomito, deficit di crescita, anoressia, stipsi, distensione addominale)
nel 69%, atipici nell'11% e del tutto "silenti" nel 20% dei casi.
Dal momento quindi che la sintomatologia clinica della MC è spesso
sfumata o confondente ("atipica" o del tutto "silente" in oltre il 30%
dei casi), accertamenti di laboratorio specifici, sono obbligatori per
questi bambini a partire dal compimento del primo anno di vita e, nel
caso di negatività, anche negli anni successivi.
In questa categoria di pazienti "a rischio" è quindi giustificato
uno screening sierologico da effettuarsi con la determinazione degli
anticorpi anti-endomisio (EMA) ed anti-transglutaminasi (t-TG) umana,
data la bassa specificità mostrata dagli anticorpi anti-gliadina
(AGA) in questa sindrome (15). Nei casi dubbi o, secondo alcuni autori,
indipendentemente da questo, sarebbe utile ricercare gli aplotipi HLA
che più frequentemente correlano con la MC (DQ2, DQ8, DR3, DR7),
soprattutto in quei pazienti per i quali la conferma diagnostica con
la biopsia intestinale mostri particolare difficoltà. Secondo
alcuni autori (16), lo studio dell'eterodimero HLA-DQ2 (DQA1*0501/DQB1*02)
nei soggetti con SD, dovrebbe essere utilizzato in prima battuta per
selezionare quei pazienti da sorvegliare periodicamente sia dal punto
di vista clinico, che sierologico (EMA, t-TG).
La ricerca sistematica della MC e quindi l'attuazione quanto prima di
un programma dietetico è importante, dal momento che tale condizione
gioca un ruolo significativo nell'innescare altre patologie autoimmuni
(30,9% nello studio multicentrico italiano) o, più raramente,
neoplastiche (es. linfomi intestinali) (19).
Problematiche inerenti l'apparato genito-urinario
Numerose sono le possibili malformazioni a carico dell'apparato genito-urinario
riscontrabili nella SD (10) con frequenze variabili, fino al 50% come
nel caso del criptorchidismo (tab.3).
Tab. 3
Malformazioni a carico dell'apparato genito-urinario nella SD |
Apparato genitale |
Apparato urinario |
Femmina
- utero bicorne
- agenesia della vagina
- malformazioni delle tube e delle ovaie
Maschi
- criptorchidismo
- micropene
|
- pielectasie
- agenesia vescicale
- agenesia renale
- reni sovranumerari
- ectopia renale
- cisti renali
- anomalie di forma dei reni
- valvole dell'uretra posteriore
- uropatia ostruttiva
- megauretere
|
Molte di queste anomalie possono essere sospettate ai controlli ecografici
durante la gravidanza ma, data la loro incidenza e la loro importanza,
devono essere ricercate in epoca neonatale o comunque nei primi mesi
di vita, in occasione dei controlli clinici periodici.
Spesso le malformazioni renali sono causa di infezioni a carico delle
vie urinarie con una incidenza variabile tra il 4 ed il 6% nella popolazione
Down (11).
Alterazioni ematologiche
Nei neonati con SD non è infrequente una policitemia isolata
(non associata a cardiopatia) che spontaneamente si risolve nel giro
di 2-3 settimane (3,11).
Altro quadro relativamente frequente (10%) in età neonatale è rappresentato
da una "reazione leucemoide", una vera e propria mielodisplasia transitoria, caratterizzata
o da un quadro di pancitopenia o da alterati rapporti tra le varie componenti
cellulari ematiche. Il quadro si risolve spontaneamente in 2-3 mesi e
necessita soltanto, qualora vi siano le indicazioni (grave anemia, sindrome
emorragica da severa piastrinopenia), di un supporto trasfusionale. In
circa il 30% dei casi di mielodisplasia ad esordio neonatale, soprattutto
nel caso di forme "tardive", si osserva la comparsa di una leucemia
mieloide , generalmente entro il terzo anno. E' perciò importante
che tali bambini osservino un attento follow-up ematologico, al fine
di un precoce riconoscimento di questa patologia (3).
Nei primi 5-10 anni di vita si osserva una aumentata incidenza (da 10
a 30 volte più frequente rispetto alla popolazione generale) di leucemia (3,9,11).
Nella SD esistono infatti due picchi di età a rischio per lo sviluppo
di una leucemia: il periodo neonatale, con prevalenza di forme mieloidi,
e tra il terzo ed il sesto anno, con prevalenza di quelle linfoblastiche.
Tutte queste forme di leucemia sembrano mostrare comunque una prognosi
migliore rispetto alla popolazione generale, soprattutto per quanto riguarda
le forme mieloidi (18).
Da segnalare in alcuni bambini Down affetti da leucemia, una particolare
ridotta tolleranza ad alcuni farmaci antineoplastici quali il methotrexate,
con importanti effetti collaterali che rendono necessario un adeguamento
delle dosi (11).
Nel neonato con SD possiamo osservare inoltre una piastrinopenia ,
mentre nelle età successive non è infrequente rilevare,
una piastrinosi (20%); la macrocitosi è invece
un reperto pressochè costante nella SD, probabilmente correlata
ad un alterato metabolismo dei folati, che però non rende necessaria
alcuna terapia (3).
Le malattie autoimmuni
Nei pazienti con SD sono comuni i disordini del sistema immunitario
con formazione di autoanticorpi e patologie autoimmuni (tab. 4) ad esse
correlati, che divengono più frequenti con l'aumentare dell'età (3,
9,11).
Talora nello stesso paziente possono coesistere più condizioni
autoimmuni, come ad esempio la tiroidite autoimmune, il diabete, la malattia
celiaca (19) o l'alopecia areata.
La frequenza della tiroidite autoimmune aumenta progressivamente
dopo gli 8 anni, con percentuali fino al 30-40% in età adulta.
Tab.4
Principali malattie autoimmuni nella SD |
- tiroidite di Hashimoto
- ipertiroidismo (m. di Basedow)
- diabete mellito
- malattia celiaca
- vitiligine
- alopecia areata
- artriti
|
Nella maggior parte dei casi il rilievo di anticorpi anti-tiroide (anti-tireoglobulina,
anti-perossidasi, anti-microsomi) precede anche di anni le manifestazioni
cliniche, spesso sfumate, rappresentate per lo più da un deterioramento
delle performance mentali e da un incremento ingiustificato del peso.
Più rara è la condizione di ipertiroidismo (malattia
di Graves-Basedow) sul cui trattamento esistono ancora notevoli controversie.
Un meccanismo patogenetico simile a quello ipotizzato per la tiroidite
autoimmune può essere invocato per il diabete :
produzione di anticorpi anti-insule pancreatiche e successivo danno d'organo.
La frequenza del diabete è variabile (fino al 10%) e soprattutto
coinvolge i pazienti Down in età adolescenziale.
L'alopecia areata è una complicanza non rara
tra i pazienti con SD (5-9%) certamente più frequente rispetto
alla popolazione generale (0,1%) (3). Questa è una malattia infiammatoria
cronica a patogenesi autoimmune, caratterizzata da chiazze di caduta
di capelli, con infiltrazione di linfociti T attorno ai follicoli piliferi
(3,20,21).
Nei pazienti con SD tale patologia si associa frequentemente con altre
condizioni ad evidente patogenesi autoimmune (diabete, tiroidite, m.celiaca)
e mostra una evoluzione fluttuante con fasi di remissione (parziale o
completa ricrescita dei capelli) e fasi di riacutizzazione (caduta dei
capelli); talora possono esser coinvolti anche altre regioni ricoperte
da peli (alopecia universale).
Recentemente sarebbe stato identificato un gene localizzato sul cromosoma
21 (MX1), implicato nella patogenesi dell'alopecia nel paziente con SD
(22).
Considerata la frequenza con la quale il soggetto con SD va incontro
a patologie autoimmuni, è necessario seguire strettamente queste
pazienti, con un monitoraggio annuale della funzione tiroidea, valutando
sempre gli anticorpi anti-tiroide, non trascurando peraltro di considerare
le altre possibili patologie autoimmuni, attraverso gli opportuni accertamenti
(glicemia, sierologia per m.celiaca etc.), al fine di un precoce riconoscimento
di tali complicanze.
Problematiche correlate agli organi di senso: occhio ed orecchio
L'occhio
Nella SD molteplici sono le problematiche correlate all'interessamento
dell'occhio e della funzione visiva (3, 9, 23); alcune sono di scarsa
rilevanza clinica (epicanto, macchie di Brushfield, il nistagmo congenito,
congiuntiviti, blefariti, ostruzione del condotto naso-lacrimale), altre
invece necessitano di una precoce diagnosi e di un corretto trattamento.
Tra queste ultime dobbiamo segnalare la cataratta congenita (4-20%)
da ricercare fin dalla nascita (riflesso retinico), il cheratocono (15%)
che tende ad insorgere nell'età adolescenziale, lo strabismo (40-60%)
prevalentemente convergente, i difetti di refrazione (miopia,
ipermetropia, astigmatismo), il distacco di retina , più frequente
nell'età adulta.
È perciò importante un periodico follow-up oculistico (alla
nascita, a 6 e 12 mesi, poi 1-2 volte all'anno in base alle eventuali
problematiche) in quanto un handicap visivo non corretto può influenzare
in senso negativo le possibilità educative ed il livello di autonomia
del bambino Down (3,9).
L'orecchio
La patologia a carico dell'apparato uditivo è molto frequente
(75%) nella SD (9) e l'integrità dell'apparato uditivo è di
fondamentale importanza per un adeguato sviluppo linguistico, intellettivo
ed emozionale: le condizioni che determinano una riduzione della capacità uditiva
contribuiscono infatti ad un ritardo del linguaggio e dello sviluppo
psicomotorio (3,11).
Le patologie otoiatriche devono perciò essere identificate e
trattate, quanto prima, preferibilmente già nei primi mesi di
vita. Fin dalla nascita o comunque entro il terzo mese sono indicate
indagini per saggiare le capacità uditive (riflessi condizionati
di orientamento a stimoli sonori, emissioni otoacustiche, potenziali
evocati uditivi) in modo da iniziare precocemente una rieducazione seguita
poi dalle protesi acustiche o all'impianto cocleare (9).
Fattori anatomici (tab.5) e fattori più propriamente immunologici
(immunità umorale e cellulare) possono condizionare nel bambino
Down una maggiore morbilità a carico dell'orecchio, condizionandone
le funzioni uditive.
tab. 5
Fattori anatomici che condizionano una patologia otoiatrica
nella SD |
- ristrettezza delle coane
- anomalie di sbocco e di sviluppo della tuba di Eustachio
- stenosi del condotto uditivo esterno
- anomalie della catena ossicini
- anomalie della coclea
- alteratazioni della funzione ciliare
- ipertrofia adenoidea e/o tonsillare
|
È perciò indispensabile, dopo l'anno, controlli clinico-strumentali
annuali da parte dello specialista otorinolaringoiatra, che dovranno
proseguire anche al di là del periodo adolescenziale, per il fatto
che la prevalenza di patologia otoiatrica tende a rimanere elevata nella
SD anche nell'età adulta (3, 9, 11).
Problematiche odontostomatologiche
Nei bambini Down l'incidenza della carie è notevolmente
inferiore rispetto agli altri bambini per diversi motivi tra i quali
segnaliamo la differita eruzione dei denti decidui, la ritardata eruzione
dei denti permanenti, la maggiore distanza tra i vari denti o la possibile
mancata eruzione di qualche dente permanente e la composizione chimica
della saliva (3, 9, 11). Di contro appare invece più frequente
e più precoce (fin dalle epoche della dentizione decidua) la patologia
periodontale (gengiviti e periodontiti) a carico soprattutto
degli incisivi inferiori, di quelli superiori e del primo molare, correlata
alle anomalie immunologiche tipiche della sindrome, alle alterazioni
del tessuto connettivo, ad anomalie vascolari locali ed infine ad alterazioni
morfologiche dentarie (11).
Numerose sono le possibili anomalie dentarie (tab.6).
tab. 6
Anomalie dentarie nella SD |
- ritardata eruzione dei denti decidui (1°dente al 2-3°anno)
- eruzione ritardata degli incisivi
- ritardata eruzione dei denti permanenti
- oligodontia
- denti permanenti più piccoli e malformati
- denti decidui più grandi
- anomala conformazione delle cuspidi dentarie (incisivi
e canini a punta)
- radici dentarie piccole e di forma conica
|
Anomalie anatomiche a carico dello scheletro facciale (es. ipoplasia
della porzione mediana dello scheletro facciale, assenza o ipoplasia
dei seni mascellare e frontale) sono responsabili di malocclusione (40%)
che, assieme all'ipotonia della muscolatura masticatoria ed alla macroglossia "relativa",
interferiscono con le funzioni masticatoria e fonatoria.
Da tutto questo emerge l'importanza di un trattamento fisioterapico
ed ortodontico (placca di Castillo-Morales) fin dai primi mesi di vita
e di una precoce e corretta igiene orale (dieta non cariogena, fluoro
ed uso dello spazzolino).
Problematiche cardiologiche
L'incidenza delle cardiopatie congenite nella sindrome di Down (SD)
varia dal 40 al 60% secondo le varie casistiche (3, 9, 11).
Le malformazioni più frequentemente in causa sono rappresentate
dal canale atrio-ventricolare (33-47%), il difetto interventricolare
(15-33%), il difetto inter-atriale "secundum" (8-10%), la tetralogia
di Fallot, il dotto di Botallo pervio (3-13%) ed altri difetti minori
(1-10%). Anche indagini ecografiche prenatali confermano che il difetto
cardiaco prevalente, è rappresentato dal canale atri-ventricolare
(44%) (24,25).
Talora la complessità delle malformazioni ed il conseguente grave
scompenso, possono portare all'exitus nei primi mesi di vita (3).
Studi sperimentali avrebbero individuato nel gene SH3BGR, presente sul
cromosoma 21, un probabile responsabile delle cardiopatie nel soggetto
Down, in quanto implicato nella morfogenesi cardiaca (26).
Compito del medico è quello di riconoscere tempestivamente i
difetti cardiaci nel neonato con SD, in quanto spesso, né l'esame
clinico, né l'ECG possono escludere la presenza anche di una grave
cardiopatia; talora infatti, anche cardiopatie gravi e complesse non
danno luogo a "soffi" per la peculiarità della circolazione neonatale
(ad es. l'aumentata resistenza vascolare polmonare causa una identità pressoria
tra cuore destro e sinistro, impedendo di fatto il verificarsi di uno
shunt destro-sinistro). Il precoce riconoscimento di una importante cardiopatia
ed il suo trattamento medico e/o chirurgico, oltre a ridurre la mortalità,
migliorano la qualità di vita del paziente. Data quindi la fallacità sia
dell'esame clinico, che dell'ECG, l'ecocardiografia (ecocolordoppler
cardiologico) resta l'unico mezzo che ci consenta di escludere o confermare
una eventuale cardiopatia: l'esame dovrà essere eseguito in epoca
neonatale o comunque entro il terzo mese di vita. Sarà lo specialista
cardiologo, formulata la diagnosi, a decidere sulla necessità di
una correzione chirurgica ed a dettare i tempi dell'eventuale intervento,
al fine, non solo di correggere il difetto, ma anche di prevenire le
eventuali complicanze tardive (ad es. l'ipertensione polmonare).
La necessità di ulteriori controlli clinico-cardiologici e strumentali
oltre i primi mesi di vita nel bambino con SD, è giustificata
dal fatto che non tutte le cardiopatie, soprattutto quelle "minori",
sono evidenziabili alla nascita (3,11,27) e dal fatto che questi pazienti,
nel corso degli anni, possono sviluppare disfunzioni valvolari di varia
natura (prolasso della valvola mitrale e rigurgito aortico) con incidenza
nettamente superiore rispetto alla popolazione generale (50% contro 5-15%
nel caso del prolasso mitralico) (28).
Un ulteriore problema che interessa i bambini con SD affetti da alcune
forme di cardiopatia (tab.7), è il potenziale rischio di endocardite
infettiva, sia in occasione di episodi infettivi intercorrenti, sia nel
corso di manovre strumentali diagnostico-terapeutiche di varia natura
(tab.8) (29).
Tab.7
Cardiopatie per le quali è indicata la profilassi antibiotica
per l'endocardite |
Rischio elevato |
Rischio moderato |
Rischio trascurabile |
Protesi valvolari, tubi valvolati, patch |
Valvulopatie acquisite (es. malattia reumatica) |
Difetto interatriale tipo ostium secundum isolato |
Precedente endocardite batterica |
Prolasso mitralico con insufficienza
valvolare e/o lembi ispessiti |
Correzione chirurgica di difetto atriale,
difetto interventricolare, dotto pervio (senza residuo ed oltre
6 mesi di vita) |
Cardiopatie complesse cianogene (ventricolo
unico, trasposizione grossi vasi, tetralogia di Fallot) |
Maggiorparte delle malformazioni congenite
cadiache non incluse nelle altre categorie:
- dotto arterioso pervio
- difetto interventricolare
- coartazione aortica
|
Precedente bypass coronarico |
Shunt o comunicazioni chirurgiche sistemico-polmonari |
Prolasso mitrale senza insufficienza valvolare |
Soffi fisiologici, funzionali o innocenti |
Precedente malattia reumatica senza
danno valvolare |
Pacemaker cardiaci (intravascolari
ed epicardici) e defibrillatori impiantati |
Tab. 8
Manovre che richiedono la profilassi per l'endocardite
batterica |
1. manovre odontoiatriche e odontostomatologiche
che provocano sanguinamento, compresa l'ablazione del tartaro |
2. manovre diagnostiche (cistoscopia,
cateterismo vescicale, massaggio prostatico, rettoscopia, spremitura
tonsillare, ecocardiogramma transesofageo) |
3. intubazioni endotracheali con broncoscopi
rigidi, comprese dilatazioni esofagee e uretrali e la sclerosi
delle varici esofagee |
4. tutti gli interventi chirurgici
sull'apparato respiratorio, intestinale e genitourinario (compresi
il taglio cesareo, l'aborto, la revisione della cavità uterina
ed il parto eutocico) |
5. Incisione e drenaggio di un tessuto infetto |
Problematiche ortopediche
L'incidenza di patologia ortopedica nei bambini con SD è elevata
(15-30%) (3), tanto che sono raccomandate una valutazione ortopedica intorno
al compimento dell'anno e successivi periodici controlli, volti al precoce
riconoscimento di problematiche come la scoliosi ed il piede piatto. Vi
sono peraltro patologie così dette "minori" a
carico della mano (clinodattilia), del ginocchio (lussazione abituale di
rotula), del piede (metatarso varo, alluce valgo), del tronco (assenza mono
o bilaterale della XII°costa) che non necessitano di trattamento specifico;
patologie "maggiori" quali la displasia congenita
dell'anca , il piede piatto , la scoliosi evolutiva del
rachide e la dislocazione o instabilità atlanto-assiale ,
necessitano invece di trattamenti che tengano conto anche della lassità ligamentosa
e dell'ipotonia caratteristica della sindrome, che, oltre a favorirne l'insorgenza,
ne condizionano anche la risposta alla terapia correttiva.
Un problema particolare che coinvolge sempre il pediatra è rappresentato
dalla frequente (14%) dislocazione o instabilità atlanto-assiale (IAA) ,
che è dovuta alla dislocazione tra la 1° e la 2° vertebra
cervicale, a causa di una particolare lassità del legamento trasverso
tra il dente dell'epistrofeo (talora anche ipoplasico) e l'arco dell'atlante;
tale situazione porta ad una accentuata mobilità della colonna
a livello delle prime 2 vertebre cervicali, soprattutto nei movimenti
di flessione ed estensione del collo.
È una condizione per lo più asintomatica e solo raramente (1%) è responsabile
di sintomi da irritazione o compressione midollare: attenzione quindi
a sintomi quali dolore o atteggiamenti anomali del capo o del collo,
torcicollo, alterazione della deambulazione, stanchezza nel mantenere
a lungo la stazione eretta, iperiflessia, disturbi degli sfinteri anale
e vescicale (3,9).
L'IAA deve perciò essere ricercata con Rx "dinamica" del rachide
cervicale, con posizione del capo normale, flessa ed in estensione all'età di
5-6 anni, generalmente prima dell'età scolare e sarà diagnostica
una distanza tra dente dell'epistrofeo ed arco anteriore dell'atlante > 4,5-5
mm. In presenza di sintomi neurologici, anche se sfumati, sarà necessario
eseguire una RMN per evidenziare segni di compressione sul midollo spinale.
Qualora l'esame Rx risulti negativo, data la progressività o
l'insorgenza apparentemente tardiva dell'IAA, è consigliabile
una rivalutazione clinica e strumentale durante l'adolescenza e nell'età adulta;
uno stretto follow-up clinico sarà invece suggerito per i bambini
Down con esame Rx dubbio o alterato, per cogliere precocemente eventuali
aggravamenti della patologia ed avviarli ad una correzione chirurgica
(3,9).
Particolare attenzione deve essere posta inoltre in occasione di eventuali
anestesie (interventi o esami diagnostici), a causa dell'estensione forzata
del collo che può aggravare temporaneamente una IAA "asintomatica";
nei casi "dubbi" sarà opportuno sconsigliare la pratica di quelle
attività sportive (calcio, rugby, tuffi, arti marziali), che possono
comportare pericolose sollecitazioni meccaniche a carico del rachide
cervicale.
Problematiche inerenti la funzione tiroidea
La tiroide è un organo frequentemente coinvolto nella SD, fin dall'età neonatale:
a questa età infatti è molto elevata l'incidenza di ipotiroidismo
congenito (1:141, contro 1:3800 della popolazione generale), mentre nelle
età successive l'ipotiroidismo acquisito si riscontra in circa il
15-30% dei soggetti, per lo più per disfunzioni a patogenesi autoimmune.
Viene inoltre segnalata nel 20% dei soggetti con SD un quadro di "ipertireotropinemia
idiopatica" isolata, probabilmente legata ad una disregolazione del TSH,
che necessita quanto meno di uno stretto follow-up, mentre il rilievo di
un ipertiroidismo vero, a patogenesi autoimmune, è molto più rara
ed interessa spesso fasce di età più avanzate (3, 30,31).
L'elevata frequenza di patologia tiroidea nella SD rende ragione di
un attento follow-up clinico e bioumorale (TSH, fT3, fT4, anticorpi anti-tiroide)
con periodicità annuale, al fine di cogliere tempestivamente i
primi segni di disfunzione della ghiandola.
Dal 1992 vengono seguiti presso la Clinica Pediatrica dell'Università di
Pisa oltre 100 pazienti con SD, attraverso una periodica valutazione
delle varie problematiche somatiche.
Sono stati valutati annualmente alcuni parametri ematochimici (tab.9)
e strumentali (tab.10) ed è stato utilizzato un protocollo diagnostico
e di follow-up secondo le direttive dell'Accademia Americana di Pediatria
(4,5), al fine di programmare un valido intervento preventivo, condizione
necessaria per migliorare il livello di salute del bambino con SD.
Ulteriori indagini ematologiche e strumentali sono state effettuate
in situazioni particolari.
Tab. 9
Parametri ematochimici di controllo periodico |
- stato marziale (emocromo, protoporfirina eritrocitaria,
ferritina)
- glicemia
- ALT/AST, gamma-GT, bilirubina, elettroforesi sieroproteine
- azotemia, creatinina, esame urine
- elettroliti sierici
- assetto immunologico (immunoglobuline, sottoclassi IgG)
- assetto lipidico (colesterolo totale, HDL, LDL, trigliceridi)
- anticorpi anti-HBs (se vaccinazione eseguita) ed anti-HCV
- screening per malattia celiaca (AGA, EMA, t-TG)
- ormoni tiroidei (TSH, fT4, fT3) ed anticorpi anti-tiroide
|
Tab. 10
Esami strumentali periodici di controllo |
- valutazione cardiologica (ECG, ecocardiocolordoppler; ECG-dinamico
se indicato)
- valutazione otoiatrica (audiometria, impedenziometria;
potenziali evocati acustici, se indicati)
- ecografia renale e tiroidea (quando indicati)
- Rx "dinamica" rachide cervicale
- Ultrasuonografia ossea (densitometria ossea se indicata)
|
Dalle numerose problematiche con le quali ci siamo imbattuti in questi
anni di gestione dei pazienti con SD, possiamo fare alcune considerazioni:
- le patologie presenti nella SD non sono "specifiche" di
questi pazienti, bensì rappresentano patologie comuni che nel
soggetto Down mostrano una frequenza ed un rischio decisamente maggiore
- dobbiamo tuttavia sottolineare che tutte le problematiche
descritte nella SD non si trovano necessariamente in ogni paziente Down,
ma vi è la possibilità che qualche bambino presenti solo
sfumate anomalie
- al di fuori degli eventi neonatali, talora drammatici,
la gestione clinica del bambino Down, relativamente alle problematiche
somatiche, può comunque non discostarsi di molto da quella di
un bambino non-Down, anche se non deve essere trascurato un attento follow-up
secondo il protocollo previsto per la sindrome (tab.11 e 12)
- la conoscenza delle varie problematiche e quindi l'utilizzazione
di uno specifico protocollo di follow-up è oggigiorno strumento
irrinunciabile a tutti gli operatori sanitari che si occupano dei pazienti
con SD, nella valutazione dei programmi di intervento preventivo precoce
- l'approccio al bambino con SD è multidisciplinare,
prevedendo l'intervento coordinato di vari specialisti (neuropsichiatra
infantile, cardiologo, endocrinologo, cardiochirurgo, ematologo, ortopedico,
oculista, dermatologo, otorinolarigoiatra, odontoiatra, riabilitatori,
etc.) che prestano la loro opera in funzione soprattutto del desiderio
che questi pazienti hanno di inserirsi attivamente nel contesto sociale.
Tab. 11
Valutazione clinica periodica nei bambini con SD nel primo anno |
Indagini |
nascita |
Mesi |
|
|
1 |
3 |
5 |
6 |
9 |
12 |
Cariotipo |
X |
|
|
|
|
|
|
Screening neonatali |
X |
|
|
|
|
|
|
Valutazione ematologica |
X |
|
|
|
|
|
X |
Visita pediatrica |
X |
X |
X |
|
X |
X |
X |
Valutazione auxologica |
|
X |
X |
|
X |
X |
X |
Valutazione psicomotoria |
X |
X |
X |
|
X |
X |
X |
Vaccinazioni * |
|
|
|
|
|
|
|
Valutazione cardiologica |
X |
|
X |
|
X |
|
|
Valutazione otoiatrica |
AMBO
OAEs |
ABR |
Studio funzione tiroidea |
X |
|
|
|
X |
|
X |
Valutazione oculistica |
X |
|
|
|
X |
|
X |
Valutazione ortopedica |
|
|
|
|
|
|
X |
Valutazione odontoiatrica |
|
|
X |
|
|
|
X |
AMBO= riflessi condizionati di orientamento a stimoli sonori; OAEs= emissioni
otoacustiche evocate;
ABR= potenziali evocati uditivi
* secondo il calendario vaccinale con aggiunta dei vaccini anti-pertosse
coniugato, anti- Haemophilus influenzae tipo b e anti-pneumococcica
Tab. 12
Valutazione clinica periodica nei bambini con SD da 1 a 12 anni |
indagini |
anni |
|
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
11 |
12 |
Valutazione ematologica |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
Visita pediatrica |
XX |
XX |
XX |
XX |
XX |
XX |
XX |
XX |
XX |
XX |
XX |
Valutazione auxologica |
XX |
XX |
XX |
XX |
XX |
XX |
XX |
XX |
XX |
XX |
XX |
Valutazione psicomotoria |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
Vaccinazioni * |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Valutazione cardiologica |
X |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Studio funzione tiroidea |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
Valutazione oculistica |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
Valutazione otoiatrica |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
Valutazione ortopedica |
|
|
X |
RC ** |
|
|
|
|
X |
X |
X |
Valutazione odontoiatrica |
X |
|
|
|
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
* secondo il calendario vaccinale
* RC= Rx rachide cervicale (sublussione atlanto-assiale)
X= controllo annuale ; XX= controllo semestrale
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