Data: 27, Feb 2002
Da: "Nadia"
A: <info@conosciamocimeglio.it>
Mi chiamo Nadia e da pochi mesi sono mamma di Gabriele, un bellissimo
bambino un po' speciale: ha infatti la sindrome di Down.
Ho iniziato così a leggere libri e pubblicazioni sull'argomento, e quasi
sempre si parla della nascita di un figlio Down come di "un evento
problematico e angoscioso", "l'infrangersi di tutte le speranze, certezze,
gioia di avere un figlio"; si parla della reazione "di rifiuto" della
madre, dei "sentimenti negativi di rabbia, rifiuto, non accettazione":
credo che questi sentimenti possano essere veri per molte donne, ma vorrei
dire che non sempre è così: la nascita di un figlio, "sano" o Down, è
sempre e comunque una gioia.
Penso che una futura mamma che ha saputo dagli esami di essere in attesa di
un bimbo con trisomia 21, se decide di informarsi e leggere testi
sull'argomento, trovando solo affermazioni come quelle citate avrà molta
difficoltà ad accettare con gioia e serenità l'arrivo del suo piccolo.
E invece la mia esperienza insegna proprio il contrario. Quando, poco dopo
il parto, mio marito mi ha comunicato che probabilmente nostro figlio era
Down non ho provato rabbia o tristezza, ma la stessa gioia di prima. Certo,
c'era la preoccupazione per eventuali malformazioni cardiache o altri
problemi correlati alla sindrome di Down.
Non è stata la mia una reazione dettata dall'inesperienza o, comunque,
dall'ignoranza sull'argomento.
So bene, infatti, dopo 10 anni di lavoro in un centro di riabilitazione
per bambini con ritardo mentale, quante difficoltà una famiglia con un
figlio portatore di handicap deve affrontare, ma so anche che ciò che conta
nella vita non è produrre, andare all'università o diventare persone di
successo, bensì essere felici, essere amati e amare. E questo lo può fare
con successo anche mio figlio.
Io sono una persona di fede, e questo mi ha permesso di vivere l'arrivo di
Gabriele come un dono che ha portato tanta gioia e serenità.
Forse sarà un bimbo più debole e incontrerà maggiori difficoltà, ma tutti
possono essere amici e l'amicizia non mette nessuno da parte, tira fuori il
meglio di ognuno, può cambiare la vita.
Vorrei concludere dicendo che la diversità non è sinonimo di sofferenza e
tristezza, anzi è un arricchimento per ciascuno di noi e occorre avere ogni
giorno la forza per dirlo a tutti. E chissà che non sia vero che il terzo
cromosoma 21 dei bimbi Down sia portatore di gioia, felicità, simpatia e
affetto? Noi lo stiamo già sperimentando.
Nadia Superina
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