Nadia
ha 17 anni e non vuole più uscire con noi
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Data:
Mon, 15 Apr 2002
Da: "Paola"
A: "Conosciamocimeglio Down" <info@conosciamocimeglio.it>
Sono
Paola,
Mamma di una ragazza Down di 17 anni di nome Nadia, molto carina e con
gli occhi azzurri.
Scrivo perché ho bisogno di confrontarmi con altri genitori sulle
problematiche di crescita dei nostri figli. Purtroppo noi abitiamo in
una cittadina in provincia di Milano a Trezzo sull'adda, dico purtroppo
perché non ci sono molte opportunità per mia figlia, anche
se frequenta regolarmente la 2^ superiore di un istituto professionale.
In classe è molto ben accettata dai compagni ma una volta terminate
le lezioni si trova sola senza amiche con le quali trascorrere alcuni
pomeriggi e di questo lei soffre.
Nadia frequenta un corso di danza moderna una volta alla settimana perché
ama la musica e il ballo, ma tutto finisce lì. Ora comincia ad
avere esigenze tipiche della sua età come il volere andare in discoteca,
avere un ragazzo, uscire da sola e qui inizia il mio più grande
tormento, non so come affrontare questa realtà e ancora peggio
sarà negli anni futuri.
Molto probabilmente a Milano ci saranno queste associazioni che lavorano
sul progetto autonomia ma per noi è un problema di mezzi di trasporto
e come poterla inserire. A questo proposito devo anche dire che Nadia
non so se accetterà in maniera positiva di frequentare ragazzi
come lei dal momento che per esperienze passate (da piccola frequentava
un centro di logopedia in strutture solo per portatori di handicap) lo
ha sempre rifiutato e, per questo motivo, ora fa logopedia in un centro
con persone normodotate, anche perché lei non si vede diversa.
Noi come famiglia, costituita oltre che da me, dal padre e un fratello
di 24 anni, l'abbiamo sempre fatta partecipe di tutte le nostre esperienze
ma ora lei preferisce altra compagnia che non uscire con noi, per cui
la domenica rimane nella sua cameretta a guardare la televisione o a usare
il computer.
Vorrei avere qualche suggerimento anche per spiegarle meglio la sua condizione
e come affrontare il futuro in modo positivo.
Ho un'ultima domanda da sottoporre ed è quella relativa alla
indennità di frequenza. Nadia a gennaio 2003 compirà 18
anni, ma andrà sicuramente ancora a scuola, pertanto volevo sapere
se l'indennità rimane tale oppure devo chiedere la pensione
di invalidità e se mi devo rivolgere alle ASL.
Ringrazio chiunque volesse darmi una risposta e concludo dicendo che sono
molto fiera di avere una figlia come Nadia perché ha portato nella
nostra famiglia tanto calore e tanto affetto facendoci riscoprire valori
ben più importanti e profondi.
Grazie, un abbraccio da Paola
Mamma di Nadia
data: Wed, 17 Apr 2002
Da: "Conosciamocimeglio Down"<info@conosciamocimeglio.it>
A: "Paola"
Cara
signora Paola,
leggendo la sua lettera rivivo le mie ansie e le mie perplessità
e quelle di molti genitori che, negli anni, ho incontrato in Associazione,
vissute quando i nostri figli cominciavano a essere grandi.
Da una parte ci sono le più o meno esplicite richieste di autonomia
dei ragazzi, dall'altra le difficoltà pratiche da superare, e i
nostri dubbi e le nostre paure di genitori.
Le difficoltà pratiche si possono superare anche quando sono complicate;
forse ci serve una mano per superare i dubbi e le paure.
Le voglio raccontare di una ragazza Down, Valentina, che oggi ha 23 anni,
e vive a Riano, un paese vicino Roma. Quando Valentina aveva l'età
di Nadia, la mamma si trovò ad affrontare gli stessi suoi problemi.
Si rese conto,presto, che le risposte alle esigenze di Valentina, per
il lavoro e il tempo libero, erano a Roma, gradualmente ha cominciato
ad insegnare alla figlia a prendere tutti i mezzi necessari per coprire
il percorso da casa al centro di Roma, dove ha trovato un posto in una
cooperativa sociale. Valentina ha imparato anche a prendere i mezzi, dentro
Roma, per andare dalla cooperativa all'Associazione Persone Down, e partecipare
a un'attività di tempo libero. Per attuare questo piano, la signora
si è fatta aiutare da una ragazza che ha pagato. Per spostarsi
dentro Roma Valentina, è stata aiutata da un'altra ragazza con
la sindrome di Down che conosceva bene il percorso da fare.
Sono convinta che anche lei potrà trovare una soluzione per arrivare
a Milano o in altro luogo dove trovare delle risposte.
Naturalmente io le sto parlando di realtà che si rivolgono a persone
con problemi. E qui dobbiamo affrontare l'altro argomento che lei tocca
nella sua lettera.
Lei chiede come parlare con Nadia della sua diversità. Non ho capito
dalla lettera se non ne avete parlato mai o è stato fatto solo
qualche accenno. Io sono convinta che Nadia è consapevole perfettamente
delle sue difficoltà, forse, sa anche che il suo problema si chiama
sindrome di Down. Ma preferisce non parlarne.
I nostri figli, spesso, ci fanno delle domande che non sono dirette, questo
ci permette di dare delle risposte che contengono solo una parziale verità.
Le faccio un esempio: se Nadia le chiedesse: "Mamma perché
io devo fare logopedia e le mie compagne di classe non la fanno?"
Ci sono due modi di rispondere. Il primo è:
-"Tu fai logopedia perché hai qualche difficoltà di
linguaggio come quella ragazza del centro che è balbuziente".
L'altro modo è:
-"Tu fai logopedia perché hai la s.d.D. e nel linguaggio si
ha qualche difficoltà quando le persone hanno questo problema.
Sai, non tutte i bambini, quando nascono, hanno la fortuna di nascere
perfetti. Nessuno ne ha colpa. Sono cose che succedono e, purtroppo, è
successo quando io e papà abbiamo deciso di volere un bambino e
sei nata tu. Questo non significa, come tu sai, che non puoi vivere una
vita normale, ma significa che per certe cose hai bisogno di un aiuto
maggiore rispetto agli altri. Succede nella scuola e succede per il linguaggio.
Però anche se hai dovuto faticare più degli altri per apprendere
a leggere e scrivere, ce l'hai fatta. Con la tua grande forza di volontà
e con il tuo impegno, sei sempre andata avanti e così sarà
per il futuro."
So che non sono frasi semplici da pronunziare, noi genitori vorremmo dare
ai nostri figli, sempre, le notizie più belle e regalare le cose
più belle che esistono. Ma forse parlando della sua realtà,
a Nadia le regaliamo la possibilità di parlare delle sue difficoltà,
delle sue rabbie, dei suoi dolori. Sappiamo quanto è importante
per ognuno di noi poter parlare dei problemi che abbiamo dentro, per sdrammatizzarli
e per trovare la strada per affrontarli.
Io le ho fatto un esempio, che ho tratto da pezzi di vita vissuti da me,
sta a lei trovare l'occasione e il modo di cominciare a parlare con sua
figlia della sua identità: Nadia è carina, ha gli occhi
azzurri ed ha la sindrome di Down. E' un percorso di crescita che la faranno
avvicinare, senza timori, alle altre persone che hanno problemi.
In mente mi vengono tanti altri aspetti di cui sarebbe utile parlare.
Preferisco che , se lei vuole, esponga le sue ulteriori perplessità
o difficoltà e io o altri della redazione le risponderemo.
Abbiamo trasmesso la sua domanda sull'indennità a Telefono D, dell'Associazione
Italiana Persone Down, che le farà pervenire una risposta quanto
prima, e che sarà in linea nell'area informativa.
La saluto con affetto
Anna Razzano
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