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Tante grazie
Cara Marzia Mi ha fatto molto piacere ricevere la tua E-mail. Posso solo raccontarti la nostra esperienza finora. Le nostre situazioni sono molto simili. Io sono inglese e sono sposata con un Italiano, abitiamo in Italia. Abbiamo 4 figli 14, 10,8 e 8. Come te, la mia famiglia non parla la lingua di mio marito e anche noi andiamo spesso a farli visita. Viviamo per forza e per scelta una vita completamente bilingue, abbiamo scelto il percorso della scuola internazionale ( in Lingua Inglese ) per i primi due nostri figli e quando sono nati i gemelli, l’inglese e l’italiano venivano già usati indiscriminatamente in casa nostra. Quando è nata la bambina io ho fatto mille ricerche da tutte le parti. Il sostegno qua è quasi inesistente fino all’età scolastica se non ci siano gravi problemi. Grazie al cielo essa non presentava nessun problema dopo le prime settimane di vita. Avendo il “controllo” in casa nella forma del suo gemello abbiamo deciso ben presto a trattarla esattamente come gli altri, e a parte qualche stimolo in più e un po’ di aiuto dalla sua madrina, fisioterapista, abbiamo fatto così. Io avevo letto molto sul sign language che viene usato anche in Inghilterra ma ho preso la decisione che bastavano due lingue. Era troppo complicato insegnare a tutti un altra “lingua” la quale, al di fuori della famiglia, non sarebbe capito. Noi non abbiamo calcolato il modo in cui abbiamo esposti i bambini alle 2 lingue. Il piu grande parlava solo italiano finchè non ha cominciato l’asilo in inglese all’età di 3 anni. Prima anche se capiva l’inglese non l’usava . Ma erano già 3 anni che lo frequentava quando sono nati i gemelli e in più con questa nascita abbiamo introdotto un au-pair di madre lingua inglese, così bilanciando le 2 lingue un po’ di più. L’italiano rimaneva sempre la lingua usata fra amici e in città e l’inglese in casa e scuola. La bambina stentava a parlare. Aveva anche una voce un po’ strana, sembrava quasi prodotta diversamente dal normale e quando si arrabiava o si eccitava sembrava una specie di abbaiare. Ma abbiamo notato che lei “chiacchierava” in modo cadenziale con il suo gemello, modulava i suoni insomma in modo melodico, il che faceva pensare che fosse capace di differenziare i suoni . All’età di c.20 mesi, quando era più che chiaro che La Bambina capiva sia l’inglese sia l’italiano, l’ho portata dal logopedista .Volevo solo sapere come aiutarla parlare, emmetere suoni puliti. Non fu una visita felice. Senza scendere in particolari: non ci siamo capiti. Questa dottoressa vide solo problemi,handicap, difficoltà, restrizioni…….così siamo scappati, non vedevamo tutte queste difficoltà. La Bambina era forte, coraggiosa, cocciuta, capace , secondo noi davvero in gamba e questi medici continuavano a dipingere questo quadro non corrispondente alla nostra realtà. Così ci siamo fidati al buon senso. Siamo riusciti, con non pochi sforzi a far accettare La Bambina nel pre-nursey della scuola internazionale assieme al gemello all’età di 30 mesi. A questo punto La Bambina capiva tutto, volendo, ma disponeva di pochissime parole, “grazie….Juice…no…yeSh..” Per noi era un ambiente perfetto perchè gli altri bambini erano tutti italiani. Si giocava in italiano, le maestre cercavano di usare l’inglese ma in modo molto ridotto e con tante gestualità. Pian piano la bambina cresceva, maturava, aggiungeva vocaboli ecc. E stato un anno difficile per tutti anche perchè la gente è abituata e pensare che si capisce quello che si riesce a dire, allora hanno messo tanto a capire che anche se La Bambina non fosse capace ancora di parlare come i suoi contemporanei era in grado di capire e di conseguenza reagire in modo appropriato. Questo problema si ripresenta tuttora ogni anno all’ inizio dell’anno. Le maestre in genere sono troppo comprensive e ci mettono molto a capire la reale furbizia della bambina. L’abbiamo fatto “ripetere” l’anno del pre nursery e siamo molto felici di questa scelta. Dopo di che La Bambina è andata avanti con gli stessi compagni e ha appena finito Grade 1 con una media di C/C-. viene giudicata con gli stessi criteri dei compagni ( hanno un’anno, un’anno e mezzo di meno) anche in lingua Italiana. Fa meno degli altri ma le stesse cose. Preferisce l’inglese come lingua di comunicazione, anche perchè per tanto tempo era una delle più brave, ma non confonde le due, è perfettamente in grado di distinguere fra una e l’altra e con gli italiani, cioè quelli che non parlano inglese, si rivolge in italiano. Legge abbastanza bene in inglese, pone un po’di resistenza in italiano ma se incoraggiata fa. Avrei dovuto cominciare con la lettura prima, aiuta tantissimo nella costruzione della frase, che Poi vengono riprodotti oralmente. Questi bambini imparano con molto facilità visualmente…..bisogna anticipare la lettura…vis 4anni…io ho usato dei buoni programmi per computer. La Bambina si diverte molto col computer ed è bravetta. Non so se abbia sentito parlare della “Down Syndrome Educational Trust” ma sono una fonte incredibile di informazione. Fanno da anni delle ricerche molto approfondite ed io devo molto a loro.Il website è www.downsnet.org e suggerisco una visita.
Harriet and family
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