La
Sequenziazione del cromosoma 21
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La sequenza
dei geni che si trovano nel cromosoma 21 è stata identificata e pubblicata
ufficialmente sulla rivista Nature del 18 Maggio 2000 (405: 311-319), da un
gruppo di 62 ricercatori riuniti nella organizzazione internazionale del Progetto
Genoma.
Questa notizia merita qualche riflessione che ci aiuti a capire la sua importanza
attuale e le prospettive future.
La storia della ricerca genetica molecolare compie ormai un secolo, e se i primi
passi sono stati fatti in sordina e molto lentamente, attualmente i progressi
della tecnologia e della comunicazione hanno permesso una accelerazione straordinaria.
Tutti hanno sentito parlare di cromosomi, geni o DNA...ma in realtà siamo
tutti analfabeti in questo campo!
Si tratta di un codice, il che vuol dire che ci sono segni che danno informazioni,
come nel linguaggio e nella scrittura.
Il codice del DNA è formato dalla combinazione di sole quattro molecole
(le lettere) che formano i geni (le frasi), che si raccolgono in capitoli (i
cromosomi).
Esistono anche frasi allineate prima e dopo i geni che danno istruzioni per
la funzione di ogni gene.
I geni organizzano la costruzione delle proteine, con un meccanismo di straordinaria
semplicità: una specie di copiatura chimica a ricalco.
Il numero immenso di tali operazioni biologiche freneticamente ripetute prevede
purtroppo un certo numero di errori inevitabili.
Uno dei
problemi del ricercatore è capire come è scritto il gene che produce
una determinata proteina, dove è scritto, quali sono le informazioni
che gli dicono di attivarsi o di disattivarsi.
Un'altro problema sarà capire a cosa serve quella determinata proteina,
in quali funzioni è coinvolta, cosa succede in caso di difetto o eccesso
o mal regolazione.
Tutte queste informazioni sono scritte su un lungo nastro chiamato DNA cioè
acido desossiribonucleico: prende il nome dalle sue tre componenti, uno zucchero
(desossiriboso), un acido, una base nucleica.
Le basi nucleiche stanno diventando popolari anche con i loro nomi scientifici:
Adenosina, Timina, Guanina e Citosina. Hanno forme a incastro per cui si possono
solo accoppiare a due a due, e sono le responsabili di quella elegante struttura
del DNA, chiamata doppia elica.
I filamenti di DNA sono sempre in coppie complementari, incastrati per tutta
la loro lunghezza tramite le basi e avvolti su sé stessi.
La doppia elica sembra una scala a chiocciola con due mancorrenti esterni formati
dalle molecole di zucchero e acido, e i gradini formati dalle coppie di basi
Adenosina-Timina e Guanina-Citosina che si alternano con ritmi infiniti.
Insistere su questa stupefacente struttura non ha solo scopi estetici. La cosa
straordinaria è che la struttura permette la funzione di conservazione
e trasmissione della informazione: il filamento che contiene l'informazione
si stacca e porta il messaggio codificato là dove serve la costruzione
di quella proteina.
Il filamento staccato si duplica e dove c'è la adenosina si attaccherà
una timina, e cosi per guanina e citosina: ecco una copia perfetta del gene
originale...miliardi di copie, dove e quando servono.
Anche le proteine sono un linguaggio: ciascuna di loro è formata dalla
infinita combinazione di 20 molecole più elementari chiamate aminoacidi,
ogni proteina ha una specifica funzione nel nostro organismo, e noi non conosciamo
ancora tutte queste funzioni.
I geni danno le informazioni sia per la sintesi di ciascun aminoacido che per
la sequenza necessaria di aminoacidi per formare ogni proteina.
Le possibili combinazioni delle quattro basi nucleiche che codificano in triplette
per esprimere i geni sono 64: in realtà gli aminoacidi conosciuti sono
solo 20. E' possibile che molte combinazioni non esprimano informazioni utili.
Più in generale sembra che una enorme parte del nostro corredo genetico
non abbia un significato funzionale potrebbe essere l'espressione dell'archeologia
dell'organismo umano: ci sono tratti lunghissimi di doppia elica inattivi, e
sono chiamati "introni", mentre i tratti che esprimono dei geni sono
chiamati "esoni" e sono preceduti e seguiti da segnali di apertura
e chiusura.Si parla di geni regolatori, promotori, operatori.
Il lungo nastro di DNA è avvolto in gomitoli, i cromosomi, che sono contenuti
nel nucleo di ciascuna cellula di ogni organismo vivente. E' noto che contengono
le informazioni per tutte le funzioni vitali. Il nostro patrimonio genetico
è racchiuso in 46 cromosomi, 26 coppie, ogni coppia risulta da un cromosoma
paterno e uno materno.
Il meccanismo
che porta a questa formazione può subire alterazioni, come tutti i processi
in natura: nel caso della sindrome di Down un cromosoma numero 21, o parte di
esso, si va ad aggiungere alla coppia prevista, determinando uno squilibrio
nelle informazioni genetiche.
Vista dall'esterno una persona portatrice di trisomia 21 presenta una serie
di caratteristiche fisiche ed evolutive che vennero descritte dal dott. Langdon
Down in un epoca storica in cui nulla si sapeva di codici o cromosomi, ma sindrome
di Down è ancora il termine che comunemente la definisce.
La scoperta della struttura chimica del materiale genetico (DNA, o acido desossiribonucleico)
risale al 1953, con Watson e Crick.
Nel 1959 il dott. Lejeune scoprì che la sindrome di Down è dovuta
alla presenza di un cromosoma 21 in più.
Fu una scoperta storica che permise di ipotizzare i meccanismi che determinano
le difficoltà delle persone Down.
Il progetto Genoma umano iniziato 13 anni fa e costato sinora 250 milioni di
dollari si è posto un obiettivo molto ambizioso: individuare una dietro
l'altra gli oltre 3 miliardi di lettere chimiche che compongono i cromosomi
umani.
Inizialmente il progetto fu molto criticato. Uno dei motivi è legato
al costo altissimo e al fatto che la maggior parte del materiale genetico è
"silente", dunque i fondi della ricerca sembravano convogliati verso
un fallimento e inoltre una intera generazione di giovani ricercatori sembrava
destinata a sprecare la propria creatività in un compito eterno e ripetitivo.
Ma le tecniche utilizzate nei laboratori di genetica sono diventate sempre più
sofisticate e il coordinamento organizzativo dei laboratori di tutto il mondo
ha convogliato in un unico registro i risultati delle loro ricerche, con risultati
insperati
Nei laboratori la ricerca prosegue a ritmo esponenziale, si stanno decodificando
12000 basi al minuto; ci sono voluti 4 anni per decodificare 1 miliardo di basi
e solo 4 mesi per il secondo miliardo.
La fine
di questo progetto era prevista per il 2004, ma è possibile che sarà
raggiunta ormai entro pochi mesi.
Al momento attuale sono stati sequenziati il cromosoma numero 22 e subito dopo
il numero 21.
L'articolo su Nature è denso di particolari tecnici davvero incomprensibili
ai non addetti ai lavori, e, per chi lo desidera, rimandiamo ai siti internet
dove tutto il lavoro del progetto genoma è costantemente reso pubblico.
Riportiamo qui le informazioni di interesse generale. La sequenziazione in realtà
copre il 99,7% del cromosoma, per motivi tecnici una piccola parte non è
ancora stata definita.
Sul cromosoma 21 si trovano 33,5 milioni di paia di basi sul braccio lungo e
285mila sul braccio corto, per una lunghezza un poco superiore al cromosoma
22.
Si prevedeva di trovare tra 500 e 1000 geni, e invece ne sono stati individuati
solo 225, di cui 127 già conosciuti e 98 prevedibili.
Questo risultato contrasta con la sequenziazione del cromosoma 22, che, pur
essendo un po' più piccolo presenta 545 geni.
Si parla quindi di un cromosoma " deserto", rispetto all'atteso: per
esempio esiste una catena di 7 milioni di basi che contiene un solo gene.
E' possibile che l'intero genoma umano non sia composto dai 100 000 geni attesi,
ma da circa 40 000, come è possibile che vengano individuati altri cromosomi
umani con una densità di geni molto superiore.
La distribuzione
dei geni sul 21 è molto irregolare: sono concentrati sull'estremità
distale del braccio lungo, mentre il braccio corto ne è povero.
Questa relativa povertà del cromosoma 21 può spiegare la maggiore
compatibilità con la vita delle persone con trisomia 21, rispetto a quelle
con altre trisomie: minore è il numero dei geni, minore sarà l'effetto
di una tripla presenza con conseguente malregolazione.
Di alcuni geni posti sul cromosoma 21 si conosce la funzione: sintetizzano molecole
di adesione cellulare, o di canali ionici o componenti del collagene, o componenti
dell'interferone.
Di altri geni si conoscono malattie derivanti da errori di trascrizione. Sono
malattie dovute alla presenza di un gene alterato, in persone che non hanno
una trisomia 21, ma un numero normale di cromosomi, con un singolo errore di
un solo gene del cromosoma 21.
La sclerosi laterale amiotrofica, una forma familiare di Alzheimer, l'omocistinuria,
l'epilessia mioclonica progressiva, un tipo di sordità recessiva, la
predisposizione a certi tipi di leucemia sono malattie dovute a geni alterati.
Di solito
le persone Down non hanno geni alterati ma un eccesso di informazione, che crea
confusione organizzativa.
E' questa una semplificazione eccessiva di un concetto non lontano dalla realtà.
Molti genitori
si chiedono come spiegare ai propri figli l'origine della loro diversità:
come sempre, se un argomento complicato si comprende più a fondo diventa
possibile spiegarlo anche in termini più semplici. Anche in questo ci
sta aiutando la ricerca scientifica.
Per ora
non conosciamo la funzione che il cromosoma 21 ha nella regolazione delle funzioni
cerebrali e cosa succede quando le informazioni, anche se normali, sono presenti
in triplice copia.
I genetisti
hanno individuato una tecnica di studio che utilizza il materiale genetico del
cromosoma 16 del ratto: una parte di questo cromosoma presenta sequenze sovrapponibili
a parti del cromosoma 21 umano. Con metodiche di ingegneria genetica si sta
studiando cosa avviene su modelli di trisomia parziale di tali sequenze.
L'enorme importanza che il cromosoma 21 riveste non solo in campo scientifico,
ma anche in campo umano e sociale spiega la risonanza che questa notizia ha
avuto, ma non giustifica ancora l'aspettativa di soluzioni pratiche al problema.
Dopo la sequenziazione di tutti i cromosomi inizierà la seconda fase
del progetto genoma: lo studio del significato, della funzione e della regolazione
dei singoli geni.
Questa è la fase più affascinante a cui sicuramente sono legate
le speranze di comprensione delle anomalie presenti nelle persone Down.
Se le informazioni genetiche saranno sempre più valutate in termini funzionali
invece che strutturali, è importante sottolineare che la regolazione
delle funzioni genetiche ha origine sia dalle codifiche biologiche del DNA,
sia dalle influenze ambientali.
Le informazioni che il DNA codifica prima e dopo il gene stabiliscono il "tempo
e lo spazio" di attivazione: il codice genetico è identico in ogni
cellula dell'organismo, ma alcuni geni sono attivi solo nelle cellule della
cute, o in quelle cerebrali o cardiache. Non solo, alcuni geni si attivano solo
nelle prime fasi dello sviluppo, o in momenti successivi.
Ma noi non
siamo solo macchine automatiche e predeterminate.
Al contrario, evidenze scientifiche dimostrano che stimoli provenienti dall'ambiente
sono in grado di attivare o inibire le funzioni biologiche di alcuni geni.
Tutti sanno che uno stress emotivo diminuisce le difese immunitarie o favorisce
l'insorgere dei tumori, o che l'asma viene scatenata, nel soggetto geneticamente
predisposto, da uno stimolo esterno all'organismo.
Il nostro
organismo è sensibilissimo alla influenza dell'ambiente, che ne condiziona
l'espressione delle potenzialità genetiche.
Queste valutazioni amplificano enormemente la complessità dell'argomento,
che si identifica nella vita umana, in tutte le sue espressioni.
Se nel campo della medicina applicata per ora non cambia nulla, l'attenzione
che tutto il mondo ha rivolto a questa prima grande acquisizione sul cromosoma
21 è davvero una testimonianza di quanto le persone con la sindrome di
Down siano ormai presenti nel cuore della società.
Marta Bertoli, Flavia Luchino. Sindrome Down Notizie n.3,
sett-dic 2000
Bibliografia
Hattori M, Fujiyama A, Taylor TD, Watanabe H, Yada T, Park hs,
Toyoda A, Ishii K, Totoki Y, Choi DK et al. The DNA sequence of
human chromosome 21. Nature.18 May 2000;405:311-319
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10830953
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