Il bambino comunica. Da subito.
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Mi capirà?
Anna accoglie i nuovi genitori in Associazione da 25 anni e questa è una delle
domande che si sente rivolgere più frequentemente.
Le informazioni sulle capacità di comunicare e apprendere della persona con
sindrome di Down nel corso di tutta la sua vita sono ora molto documentate.
Ma scoprire che queste capacità sono già presenti e riconoscibili alla nascita
può essere una sorpresa incoraggiante per molti genitori. Il neonato comunica,
condivide le nostre emozioni, impara: è già una persona, con il suo carattere
e perfino una tendenda verso l'autonomia.
Non esistono caratteristiche comportamentali specifiche per la sindrome di
Down: osservando molti neonati con sindrome di Down possiamo solo scoprire che
sono tutti diversi uno dall'altro almeno quanto i loro genitori.
Non esistono metodi di osservazione o educazione specifici per la sindrome:
valgono quelli utili per tutti i bambini, nel rispetto delle differenze e con
la finalità di valorizzare le capacità individuali.
Molte mamme sanno istintivamente leggere i messaggi del loro neonato e possono
essere un'aiuto per il pediatra, in alcuni casi la mamma è incerta o insicura
e ha bisogno di una guida esperta.
Per i pediatri e gli specialisti dell'età evolutiva esiste una guida molto utile
per tutti i bambini: la NBAS o scala di osservazione del comportamento neonatale
del dott.Brazelton, utilizzabile dalla nascita a due mesi di vita. La NBAS non
si sostituisce al tradizionale esame neurologico, ma lo completa, e si propone
di individuare le abilità del bambino, le sue eventuali difficoltà, le facilitazioni
che si possono consigliare a chi lo accudisce.
La conoscenza di questi aspetti può aiutare tutti i genitori,
ma in particolare i genitori di un bambino che presenta condizioni cliniche
a rischio.
Nel caso del bambino con sindrome di Down l'ipotonia può condizionare un giudizio
superficiale delle sue capacità. Ma anche l'potonia non è una caratteristica
costante.Il bambino Down può nascere prematuro o con malformazioni cardiache
o gastrointestinali che determinano ricoveri neonatali, interventi chirurgici
e altri tipi di stress. Come per altri bambini nelle stesse condizioni sarà
più difficile mantenere un buon equilibrio neurovegetativo e motorio e organizzare
una sufficente attenzione e risposta all'ambiente nelle prime settimane di vita.
In questi casi è utile saper individuare i suoi punti di forza, oltre alle difficoltà:
può essere un bambino particolarmente attento alla voce o ai suoni, o affascinato
dalle immagini, dai visi, o molto sensibile al modo in cui viene tenuto tra
le mani. Può avere bisogno di qualche attenzione in più per sentirsi più sicuro.
Non esistono soluzioni valide per tutti perché devono essere modulate sul singolo
bambino e nei diversi momenti. E' un dialogo continuo, di cui tentiamo una descrizione
molto generale.
Ogni bambino ha le sue caratteristiche comportamentali che dipendono dal temperamento,
dalle condizioni cliniche e dal suo stato di attenzione.
La capacità di prestare attenzione e interagire con l'ambiente circostante
è molto diversa nel momento del sonno, della veglia attiva o del pianto.
Il bambino attraversa questi stati comportamentali molte volte nel corso
della giornata ed è in grado di modificare il suo stato di sonno o veglia
in relazione all'interesse che gli stimoli ambientali rivestono per lui.
Proviamo ad osservare il bambino nelle nostre cure
quotidiane: queste attenzioni sono le comuni attenzioni valide per tutti i bambini
e ci rassicurano sulla capacità del bambino di farsi capire, sulla nostra capacità
di capirlo, sulla sua abilità a capire anche i nostri messaggi.
Dorme. E' in una fase di sonno quieto o attivo? E' capace di difendere il suo
sonno dai disturbi esterni? Si sveglia dolcemente o piange subito? E' sveglio.
E' ancora in una veglia quieta o è già pronto per fare attenzione a cosa succede
intorno a lui? Preferisce ancora un momento di calma?
Si infastidisce e piange: trova un modo di autoconsolarsi?
Posso ancora attirare la sua attenzione? Ha bisogno di farsi un bel pianto per
ritrovare il suo controllo?
Si lascia consolare e coccolare?
L'espressione del suo viso cambia continuamente. E' attento, annoiato, allarmato,
incuriosito, infastidito, eccitato, soddisfatto, impaurito, ansioso, depresso,
sorpreso, triste, felice o cosí altro ancora? Dipende da cosa gli succede,
intorno e dentro di lui: così varia la frequenza del suo respiro, il suo colorito
cutaneo,la sua posizione, i suoi movimenti.
Anche il ritmo e le pause della sua suzione, la sua concentrazione, è diversa
di volta in volta. Reagisce alla nostra voce, alla modulazione della voce. Preferisce
la voce dei genitori a quella degli estranei: si gira lentamente ma con sicurezza
verso la voce che riconosce.
Guarda il nostro viso, le espressioni del nostro viso e modifica le sue. Reagisce
al modo in cui lo svestiamo, cambiamo, lo teniamo tra le mani, tra le braccia,
lo coccoliamo o semplicemente gli stiamo di fronte.
Dopo qualche giorno diventeremo sensibilissimi alla sue espressioni e sapremo
rispondergli con naturalezza.
Con alcuni accorgimenti possiamo facilitare le espressioni
del bambino, quando non sembra a suo agio.
Per esempio il rispetto del suo stato comportamentale (sonno o veglia)
è importante perché significa rispettare i tempi del bambino, e possiamo anche
evitare di stancarlo o confonderlo: per migliorare la sua attenzione sarà utile
offrire una sollecitazione alla volta. La voce, il sorriso, le coccole,
gli oggetti, i sonagli,la pappa o il bagnetto: tutto, ma con calma!
A volte il bambino non riesce a trovare da solo quella posizione che favorisce
il sonno o la concentrazione sugli stimoli esterni: se si sente ben contenuto
e sicuro gli sarà più facile non disperdere energie: avvolgerlo nella copertina,
coccolarlo tra le braccia, o lasciarlo riposare in una culla o un'amaca
lo farà sentire più protetto e lo dimostrerà con un sonno sereno o una maggiore
capacità di attenzione quando è sveglio.
In alcuni casi il bambino ha bisogno di aiuto, in altri ha bisogno solo di esplorare
o anche di cercare da solo il modo di consolarsi o il momento di richiamare
l'attenzione per essere accudito o ricevere la poppata.
La comunicazione e l'autonomia sono capacità strettamente collegate e iniziano
nella culla.
Numerosi studi documentano come la sintonia comunicativa aiuti il bambino
ed i genitori ad entrare in una spirale positiva di esperienze.
Flavia Luchino, Pediatra di Famiglia, settembre 2001
Per saperne
di più:
Cardone I. A., Gilkerson
L., Adattamento del FANA (Family Administered Neonatal Activities) per le
famiglie di neonati affetti da sindrome di Down. In: Brazelton T. B., Nugent
J. K., La scala di valutazione del comportamento del neonato. Edizione
italiana a cura di: Gherardo Rapisardi. Masson, 1997
Brazelton T. B.,
Neonatal Behavioral Assessment Scale. Clinics in developmental medicine
No. 88, Oxford: Blackwell Scientific Publication, 1984
Il Centro Brazelton di Firenze è formalmente affiliato
al Brazelton Institute della Harvard University di Boston, Massachussetts, USA.
Diretto dal dott. Gherardo Rapisardi, organizza corsi di formazione.
Per informazioni, e-mail: segreteria@direzionalevolta.it
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